Un altro pezzo di Italia se ne va. La moda italiana con la sua grandissima professionalità, con la vendita anche di Versace agli Stati Uniti, termina di essere uno dei fattori più importanti della produzione di ricchezza nazionale.
Perdiamo profitti enormi e otteniamo enorme disoccupazione. Questo è l’effetto di una politica dissennata che ha aperto al mercato globale senza minimamente difendere la ricchezza nazionale.
La ragione fondamentale di questo disastro sta nel fatto che lo Stato italiano e cioè il popolo italiano non è più protagonista dell’economia, con la conseguenza che è venuta meno una economia interna e quindi la convenienza a investire in Italia.
Il nefasto principio neoliberista propugnato da governanti come Andreatta, Amato, Prodi, Berlusconi, Monti, Gentiloni e Renzi ha dato i suoi frutti e nessuno si preoccupa di porre necessari rimedi.
Le poche risorse rimaste devono incrementare la produzione nazionale e non servire per pagare debiti per disperdere il denaro in 1000 rivoli.
Un vero cambiamento dell’Italia suppone la rinazionalizzazione delle fonti di energia, dei servizi pubblici essenziali e delle situazioni di monopolio (articolo 43 della Costituzione) che costituiscono la base sulla quale costruire un’economia interna di carattere forte e stabile.
L’aver ceduto a singoli privati, con privatizzazioni, delocalizzazioni e liberalizzazioni, quasi tutto il patrimonio monopolistico Italiano è stato un grave crimine politico che ha affossato l’Italia.
Finché non si capirà come l’Italia deve difendersi dal mercato unico fittizio che domina il mondo la nostra fine sarà segnata. Viaggiamo a ritmo costante verso la miseria e la fine dell’economia italiana.
Professor Paolo Maddalena.
Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”.