L’ombra lunga del sistema economico predatorio neoliberista ha ricoperto anche il cosiddetto governo del cambiamento. A Taranto si è fatto quello che voleva il precedente governo, da sempre ispirato dall’idea balzana del neoliberismo economico, che vuole la ricchezza in mano di pochi, specialmente se stranieri, e la miseria degli italiani.
Eppure in Italia le occasioni di produrre ricchezza sono ancora notevoli, tant’è vero che la Repubblica Popolare Cinese vorrebbe acquistare anche Alitalia: il che sarebbe la fine.
Rimane la speranza dell’operazione autostrade, fortemente voluta da Toninelli. Se davvero si cominciasse a nazionalizzare le fonti di ricchezza nazionale con i servizi pubblici essenziali e le fonti di energia, si potrebbe affermare che l’economia italiana sta ridiventando produttiva nell’interesse dei cittadini e non più predatoria nell’interesse degli stranieri.
Del resto si tratta di applicare gli articoli 41,42 e 43 della Costituzione.
Professor Paolo Maddalena.
Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”.
Io la stimo tantissimo, ma lei cosa avrebbe fatto riguardo all’Ilva? 12.000 licenziamenti non sono so un ricatto morale, ma anche una realtà. Sembrerebbe che i 5 stelle abbiano tradito una delle stelle del simbolo, che voleva la chiusura dell’Ilva come impianto produttivo di morte, ma una chiusura sarebbe stata possibile solo con reddito di cittadinanza e centri per l’impiego già funzionanti a pieno regime. In questo momento, come mettere improvvisamente per strada 12.000 lavoratori? A Guidonia Montecelio il sindaco pentastellato rischia il linciaggio della popolazione, perché sta combattendo contro il ricatto delle lobby del marmo ed il disastro ambientale, ma questa lotta comprende anche la perdita del lavoro per 2.000 persone. Come fare a far conciliare principi e occupazione allo stesso tempo in queste situazioni specifiche?