Bene Di Maio e Toninelli, che vogliono nazionalizzare la rete autostradale e dare a tale atto il significato di una vera e propria inversione di marcia, contrastando l’attuale sistema economico predatorio neoliberista, causa per gli italiani di impoverimento e insostenibile miseria.
Due sono i fini di detto sistema: acquistare da parte di ricchi denaro con denaro anche fittizio per impadronirsi di beni reali senza nulla produrre; estromettere gli Stati dall’economia in modo che singoli miliardari, italiani o stranieri, non trovino ostacoli nel loro agire e possono perseguire indisturbati i loro personali interessi.
Strumento essenziale di questo sistema sono le privatizzazioni: la trasformazione di enti pubblici o aziende pubbliche in S.p.A., le quali perseguono i fini della società e non quelli di interesse pubblico. Dette S.p.A., poi, sono agevolmente scalabili dagli stranieri; in modo che le privatizzazioni funzionino come formidabili pompe aspiranti della nostra ricchezza nazionale (ad esempio con la nazionalizzazione dell’Eni, Goldman Sachs acquistò l’intero patrimonio immobiliare di questo ente pubblico), com’è nel caso di autostrade che appartiene a Benetton e per due terzi a stranieri.
La vera inversione di marcia allora si avrà solo se e quando alle S p.A. subentreranno aziende o enti pubblici mettendo da parte anche l’insulsa e insana idea della “privatizzazione” del “pubblico” impiego.
Peraltro solo in tal modo gli auspicati controlli potranno diventare efficaci, poiché questi sono pressoché nulli in diritto privato, mentre sono validi ed efficaci in diritto pubblico. La Corte dei Conti con documento del 10 febbraio 2010, ha segnalato per le imprese privatizzate un aumento di redditività, dovuto, non a maggiore efficienza, ma all’incremento delle tariffe di energia, autostrade, banche ecc. Proprio come nel nostro caso.
Professor Paolo Maddalena
Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”.
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