Il Governo fa marcia indietro, infatti mentre conferma la decisione di revocare alla Benetton la concessione della rete autostradale alla stessa conferita, si dice dubbioso (evidente conseguenza delle pressioni del potere economico) su un radicale cambiamento della politica delle privatizzazioni.
Sia il Governo, sia i cosiddetti esperti della materia, nell’affermare che ciò che conta non sono le privatizzazioni, ma “come” queste vengono effettuate, insistono sulla necessità di valutare gli effetti di questo prospettato cambio di rotta, come se mantenere allo Stato e cioè al popolo sovrano i profitti delle fonti di ricchezza che al popolo appartiene, per Costituzione, a titolo di sovranità, sia un dato economicamente “pericoloso”.
Si dice che il privato gestisca meglio del pubblico dimenticando che centinaia di fatti registrati negli anni sono prova del contrario. Si afferma ancora che in alcuni paesi, come la Germania, le privatizzazioni hanno funzionato bene.
Affermazione, questa, totalmente falsa, poiché gli Stati che si sono difesi meglio dalla crisi sono quelli che hanno saputo proteggersi dal mercato globale, nazionalizzando e mantenendo lo Stato sociale.
Si tratta per l’appunto della Germania, della Francia e soprattutto dell’Islanda. È dunque necessità improrogabile ricorrere alle nazionalizzazioni per difendere la ricchezza nazionale italiana dalle aggressioni del mercato globale.
Lo impongono del resto gli articoli 41, 42 e 43 della Costituzione.
Paolo Maddalena
Buongiorno, Sono d’accordo con lei, tutte o quasi tutte le nostre risorse vengono affidare ad altri e questi altri non hanno a cuore il bene del popolo. Mi rattrista che il nostro paese e i suoi abitanti vengano derubati e presi in giro da questi meschini personaggi che detengono il potere e dei politici forse ricattati o forse ingolositi da guadagni facili alle nostre spalle…cosa si puó Fare per impedire questo? Nel frattempo La ringrazio per tutto il lavoro che sta facendo perché tutti noi possiamo essere svegliati da questo delirio e sperare ancora ad un mondo etico e solidale dove l’interesse comune sia tutelato, dove la terra non venga sfruttata come un barattolo qualsiasi da svuotare… Grazie ancora