La delusione è grande. Dopo che Luigi Di Maio, agendo contro le delocalizzazioni, aveva fatto ritenere che il governo volesse cambiare rotta, rispetto ai governi precedenti che hanno distrutto l’Italia, le recentissime notizie sulle sorti di Alitalia e dell’Ilva (la prima sarebbe 51% capitale italiano, la seconda sarebbe venduta ad una multinazionale indiana) segnalano che i convincimenti di fondo di questo governo sono ancora offuscati dal pensiero neoliberista (sfacciatamente programmato da Salvini e Berlusconi).
Si continua infatti a dare la proprietà di industrie strategiche agli stranieri (come l’Ilva per la quale il profitto andrà agli indiani e i tumori e le morti agli italiani) oppure ad affidare la maggioranza societaria, nella migliore delle ipotesi, a S.p.A. italiane le quali non esiteranno, come ha fatto Montezemolo per le ferrovie di Italo cedute agli Stati Uniti, a svendere agli stranieri le proprietà dei beni strategici italiani.
Non si è capito che il territorio italiano con tutte le sue fonti di produzione di ricchezza appartiene agli italiani a titolo di sovranità e che è una menzogna addurre difficoltà economiche per giustificare le cessioni a stranieri.
Il denaro quando si vuole si sa dove trovarlo ed è assurdo che si facciano prevalere altre finalità su quella prioritaria della ricostituzione di un patrimonio produttivo italiano che assicuri stabilmente nel tempo occupazione e benessere.
Davvero nessuno vuole osservare l’articolo 3 della Costituzione e il titolo terzo parte prima della Costituzione stessa?
Paolo Maddalena
Condivido pienamente e, purtroppo, mi rendo conto che come diceva Gandhi non saremo liberi se amministrati da indiani anziché da inglesi ma saremo liberi solo quando desidereremo di essere governati da uomini liberi. Sempre di più io Angela mi rendo conto di come e quanto siamo schiavi.
Quante parole per dire cose semplici che tutti possono comprendere